Lo spazio espositivo

 

La Santa Casa di Tresivio

 

Già nel 1885 l’alpinista inglese Douglas Freshfield, dopo aver percorso questa strada, l’aveva definita sulla rivista dell’Alpine Club britannico “una delle più belle strade del mondo”.
Il Santuario, detto comunemente Santa Casa, con la sua imponenza rimanda a un grandioso progetto di un architetto lombardo ancora sconosciuto, forse legato al vicino collegio dei Gesuiti di Ponte.
La facciata, ampia e altissima, è la parte più maestosa e varia dell’edificio e presenta un portale barocco in pietra ollare, scolpito da G. Maria Tamagnino di Bormio (1714), con battenti coperti di lamine in rame sbalzato. Da un primo iniziale disegno, il tempio venne portato all’attuale pianta a croce latina con cupola. Sotto la cupola è disposto il piccolo tempio raffigurante la Santa Casa costruito nel 1701 con esplicito riferimento al modello di Loreto; si tratta di una cappella a due ingressi laterali di piccole dimensioni, coperta da volta a botte affrescata con un cielo stellato; in una nicchia è conservata una Madonna Nera.
 

 

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