presentazione di dalcarbonEdaicristalli

di Giovanni Silvestri


L'inaugurazione della Mostra dalcarboneEdaicristalli segna e conferma un ritorno, un incontro
tra gli artisti Sara Rudini e Gianluca Moiser.

Dopo la collettiva dello scorso anno presentata presso
La Santa Casa di Tresivio oggi assistiamo in maniera ancora più convinta alla
conferma del fatto che non fu affatto un incontro fortuito, episodico -
non solamente questo - quanto un dialogo tra due sensibilità, ognuna dotata
della propria voce, delle proprie suggestioni ovviamente nate e cresciute in
percorsi unici e singolari, ancor più stimolanti perché in modo "casuale" le
differenze di stile ed approccio che risaltano nei rispettivi linguaggi, l'uno
attraverso la tecnica del carboncino, l'altro attraverso un arricchimento di
una o più tecniche pittoriche passando attraverso olio e acrilico, silicone e
china sono, sorprendono, per la loro specularità.

Due linguaggi, due diverse interpretazioni da due
diversi artisti che creano un'unicità di emozione, danno sfumature diverse ad
una verità imprescindibile; il dato più rilevante è che i percorsi di Sara e
Gianluca non si sono contaminati tra loro in maniera volontaria eppure qui oggi
sono moltissimi i punti di contatto, le coincidenze, le assonanze. Un
vecchio vizio dell'arte, evidentemente. Dalla mostra dello scorso anno sono già
nate alcune bellissime coincidenze, sono nati alcuni dialoghi tra forme d'arte
diverse che il profano chiama miracolo, l'entusiasta invece si rassegna e dice
che è arte. In quest'arte ci stanno
la musica, la poesia, il cinema, la fotografia, la letteratura, la scultura,
tutto insomma.

Una contaminazione di genere quindi, due rette
parallele, convergenze parallele si direbbe in politica - ed un
matematico direbbe che è virtualmente impossibile, il Comico Guzzanti ha
chiosato dicendo che due rette parallele non si incontrano mai, e se si
incontrano NON si salutano.
Qui invece il miracolo è avvenuto e avviene.
Fin dal titolo della mostra ho lasciato emergere l'emozione, la reazione
istintiva che se pur è un vizio di chi scrive poesia è anche una peculiarità
del guardare e sentire con occhi e coscienza nuovi e per la prima volta. Il
titolo di questa mostra mi ha subito suggerito un'immagine potente, quella
della pietra più preziosa che esiste, il Diamante. Il diamante è una delle
tante forme allotropiche in cui può presentarsi il carbonio; in particolare, il
diamante è costituito da un reticolo cristallino di atomi di carbonio disposti
secondo una struttura tetraedrica.
(cit. da wikipedia).

Energia, forza, movimento, anzi, movimenti geometrici
ma anche fluidi ed aerei. 

  Sara Rudini oggi ci presenta un percorso che ha
segnato i suoi esordi. La tecnica del carboncino stimola è immediata, senza
compromessi di sorta, molto più marcata della tecnica ad olio in maniera più
diretta. Guardando queste bellissime immagini che parlano in maniera diretta
anche di fatti crudi...l'Arte con la A maiuscola crea sinfonie, richiami, sapori,
suoni ed odori. Suggestioni potenti ed oniriche. L'arte chiama l'arte in
maniera vigorosa, in poesia si direbbe CON VOCE ALTA. Alcuni quadri ispirati
alla catastrofica alluvione del 1987 qui in Valtellina, di cui oggi ricorre
l'Anniversario qui poco vicino ai luoghi in cui accaddero tragedie di vario
genere sono innegabilmente violenti nella loro bellezza, sono struggenti perché
evocano direttamente quei momenti, chiamano e parlano di furia e di temporali
estivi - SOLO I TEMPORALI ESTIVI, poco prima della loro violenza, quando il
carico di pioggia sta per dilaniare la terra HANNO quel
particolare colore e personalmente li riconosco in questi quadri, e nella mia
testa riecheggia pure la sinfonia di "Una notte sul Monte Calvo" di Modest
Mussorgsky. Contaminazione tra generi dicevo prima.  Questi bianchi e neri
farebbero urlare di gioia alcuni amanti del cinema, del fumetto. "LA FONTANA" a
me fa venire in mente un approdo sul mare in tempesta, invece è un luogo
lontanissimo dal mare, QUI, Piateda, guardando sulla destra del quadro vedevo
scogliere, anfratti, pertugi; ed invece mi sbagliavo, sono case sferzate dalla
pioggia, il mare è solo un mare d'erba e a me richiama comunque IL Porto
Sepolto
di Ungaretti...un'ennesima contaminazione. "L'INCIDENTE" con le forme
geometriche così in bella vista, riferito ad un evento drammatico del 1987, è
un quadro in movimento, personalmente- e non sono l'unico- ci ho visto dei
Pipistrelli che vengono ad accompagnare l'anima dei Morti nel viaggio supremo.
Nel tratto di questo disegno il movimento concentrico quasi da ebbrezza, toglie
equilibrio, ho rivisto, qui ed altrove, sempre per associazione di idee le
forme di Escher, artista olandese che a sua volta ha ispirato fumettisti,
pittori, scultori, registi cinematografici eccetera. Nondimeno in questo quadro
e in "Le RUOTE DELLA VITA" vedo anche il Codice atlantico di Leonardo Da
Vinci, con i suoi bozzetti, i suoi studi. E non mi pare affatto un
accostamento, una assonanza irragionevole: anzi. Infine: questa dinamicità si
rivela anche in "SUONI E VOLI INTORNO AL CAMPANILE" questi suoni, gioiosi e
PIENI si "sentono distintamente", nel volo delle rondini ad esempio, in modo
folle e gioioso, contagioso. Inoltre evoca un'immagine che non so se definire
fortuita ma che certamente è l'ennesima potente coincidenza dell'arte che cita
sé stessa in maniera sconcertante, perché quando un'opera è compiuta non è più
solo del suo creatore, ma anche dell'osservatore, o dell'ascoltatore, del
fruitore insomma in un'epifania stupenda. Si può ben dire quindi che l'artista
in quanto tale è un MEDIUM, ed attraverso lui fluiscono energie talvolta
sconosciute e potentissime, nitide e forti come diamanti di cui siamo tutti
parte, con il medesimo stupore. L'immagine si concretizza in questa poesia,
scritta da un certo Scardanelli nel 1843 che si intitola LA VEDUTA

« Riluce il giorno aperto agli uomini d'immagini,

quando traspare il verde dai più lontani piani,

ed al tramonto inclini la luce della sera,

bagliori delicati fan mite il nuovo giorno.

Appare spesso un mondo chiuso ed annuvolato

dubbioso interno all'uomo, il senso più crucciato,

la splendida natura i giorni rasserena,

sta la domanda oscura del dubbio più lontana »

Che non è altro che una poesia di Holderlin, chiuso
nella sua "Torre" per gli ultimi anni della sua vita; ebbene, è un'emozione di
riconoscere in questi quadri una voce forte ed intensa?

Gianluca Moiser artista figurativo, attore e regista,
scrittore; qui le coincidenze e le contaminazioni sono tantissime, si sprecano
oserei dire. Uno dei quadri esposti lo scorso anno mi ha chiamato per
così dire, in maniera suadente come fanno i folletti o le fate, ed oggi
attraverso i misteri dell'arte è in copertina al mio ultimo libro di Poesia.
Moiser lo vedo come una di quelle figure lievi che in maniera discreta
affollano quadri o canzoni di altri artisti, anni fa ad esempio ha partecipato
con me ed il mio gruppo rock ad un videoclip musicale in veste di giullare, un
po' come il Papageno del Flauto Magico ma che ci appare subito come persona di
spessore. L'evoluzione che possiamo scoprire oggi in questi quadri riguarda sia
le tecniche di realizzazione sia naturalmente alcune tematiche. La mostra dello
scorso anno ha creato un'ulteriore coincidenza che ha portato Gianluca a
Ferrara; alcuni quadri hanno spinto la signora Patrizia Garofalo a contattare
Gianluca, questa collaborazione si è concretizzata tra le altre cose in un
incontro pubblico con Patrizia Garofalo e Marco Della Torre avvenuto presso la
Casa Ariostea dove i quadri di Moiser sono stati esposti, sull'epistolario
della poetessa Antonia Pozzi (Ti scrivo
dal mio vecchio tavolo. Lettere 1919 - 1938
). Quell'esperienza ha lasciato
il segno con la sua contaminazione tra arti differenti e oggi possiamo ammirare
due Paesaggi Di Antonia, come dire ancora arte figurativa e poesia. Anche
SPLEEN è ispirato alla poesia di Baudelaire-di cui si accennava lo scorso anno
e che oggi è tradotta in un nuovo quadro da vedere, da toccare quasi nel suo
dolore, che oserei definire strisciante, lo riconosco che è un quadro di
Gianluca, nel suo modo astratto, ci sono delle cose nuove però, sia nella
scelta dei colori sia nella forza verticale che ha un taglio quasi
cinematografico, come immagine in me emergono fotogrammi potenti come nel
cinema tedesco degli anni 20, che so, Metropolis di Lang, cinema definito però
infatti sia astratto che espressionista. I Cristalli poi, i Cristalli
che danno il titolo alla mostra, sono alcuni quadri ispirati al lavoro sulla
formazione dei cristalli di Bruno Morgia, un conoscente di circa 90 anni, che
li ha studiati e fotografati realizzando sequenze suggestive che vengono
presentate alla mostra, realizzati in silicone e china su plexiglas.  Sara
e Gianluca hanno seguito la propria musa in maniera distinta, senza contatti,
solo io vedo un'impressionante somiglianza tra "TERRA E CIELO" di Sara Rudini e
"CRISTALLI N 4" di Gianluca Moiser? Non sembra come una fotografia sfocata e
tremolante ed il suo negativo?  "CRISTALLI N 4" ricorda l'immagine
che si ha quando l'occhio vede queste bolle di luce attraverso la palpebra, con
il sole diretto addosso. E' una sensazione che dà gioia e riconcilia. Le
Filigrane rappresentano un ulteriore evoluzione nello stile di Gianluca, sia a
livello di "prospettive" che perr la scelta dei colori. Sono 2 quadri potenti,
che parlano per così dire, creano un equilibrio subito riconoscibile di fronte
a forme geometriche che ci sono familiari, eppure così misteriose come i
triangoli. Rimandano ad una nuova "variazione sul tema": la copertina di uno
dei dischi più famosi di sempre "The Dark Side Of The Moon" dei Pink Floyd, che
raffigura in un prisma attraversato dalla luce su sfondo nero a sua volta
ispirato in maniera palese alle Piramide di Cheope. Visti vicini, uno di
seguito all'altro non sono forse 2 studi del medesimo soggetto visti uno di
fronte ed uno dall'alto?

"SUONI E VOLI INTORNO AL CAMPANILE" di Sara Rudini che
ha creato in me una "sinfonia tra arti" che ha richiamato Holdelin. L'immagine
di una torre vista in una spiaggia in Croazia, in vacanza, ha generato questo
mio testo con cui voglio lasciarvi e che secondo me chiude il cerchio, per così
dire, dicendo in modo semplice e diretto ciò che vedrete in questa mostra.

(CASKA)

Galleggiando sotto gli occhi ciechi della

Torre,

pensavo ad Holderlin, scommetto

e scrutando il fondo ad ogni mossa

esalavo un altro respiro

e la leggerezza sempre stupisce quando bambini
indagano il

fresco confine, riesumano preziosi scheletri consunti,
scintillanti e ridono, relegano questa bolla trasparente al cielo sottile,

una lama d'azzurro incandescente che non sai come ma è
equilibrio

Per rendere perfetta e completa questa introduzione il
Maestro Giuseppe Tampini eseguirà alcuni brani da lui composti. Grazie

16 luglio 2015